La Hudson ci porta nuovamente sui tabelloni colorati del mondo di Mario Party, sbarcando sulla nuova console Nintendo. Le caratteristiche del titolo multigiocatore per eccellenza sono rimaste pressoché invariate, avremo quindi diverse tavole da gioco (6 per l’esattezza), dove un gruppo di partecipanti (Mario, Peach, Yoshi, ecc.) potrà scontrarsi per raggiungere il maggior numero di stelle messe a disposizione nel livello. La struttura del titolo ricalca, per chi non lo sapesse, i più semplici e classici giochi da tavola in cui tirare il dado e avanzare lungo le diverse caselle del tabellone proposto. Naturalmente la serie Hudson ha da sempre proposto varianti giocose incentrando l’azione sullo svolgimento di numerosi minigiochi proposti alla fine di ogni turno. Il vincitore di tali eventi viene beneficiato dall’incasso di monete da poter spendere nelle varie case bonus (in cui troveremo oggetti di varia natura), o acquistare stelle per incrementare la possibilità di successo finale. Il concetto dunque è particolarmente semplice e basato, se escludiamo i minigiochi, fortemente sul fattore fortuna. Quest’ottavo capitolo ripropone la medesima meccanica di gioco vista e vissuta nei precedenti lavori, apportando piccole quanto insignificanti modifiche ad un gameplay decisamente saturo e bisognoso di novità importanti. MP 8 purtroppo non offre nulla di nuovo, anzi propone praticamente lo stesso minestrone saggiato ormai troppe volte e giunto oggi al capolinea.
Un party... partito?
Non vorrei sembrare disfattista, ma l’esigenza di provare qualcosa di nuovo era evidente, e trovarsi a fronte dell’ennesima riproposizione farcita di piccole aggiunte non ci ha fatto piacere. In ogni caso il titolo Hudson se sfruttato con l’ausilio dei vostri amici potrebbe ancora offrire qualche spunto degno della vostra attenzione e farvi divertire quanto basta. Insisto però col dire che sarebbe servita una maggiore attenzione nell’aggiornare la meccanica di gioco ed escogitare espedienti in grado di spegnere i numerosi punti morti che si debbono subire durante una partita. I minigiochi oltretutto non si distinguono, tranne alcuni chiaramente, per la loro originalità; durante quest’ultimi, infatti, si ha la sensazione di giocare a qualcosa di già visto e provato. Per non parlare poi dell’implementazione del WiiMote, assai marginale, che avrebbe necessitato maggiore attenzione visto l’uso spaventoso che se ne sarebbe potuto ricavare. Graficamente siamo a fronte di un titolo ben disegnato soprattutto grazie all’uso di colori spiccati e piacevoli, ma anche qui le potenzialità del Wii sono state lasciate da parte. Il comparto sonoro poi, non gode di clamorosi spunti vincenti attestandosi su standard appena sufficienti. Avremmo dunque gradito maggiore attenzione nel cercare di modellare un tipo di gioco che necessita di essere “sveltito” e curato nei suoi aspetti più obsoleti. Per il prossimo appuntamento ci aspettiamo il vero salto generazionale, che non sia esclusivamente incentrato sull’aggiunta di minigiochi, ma che sia curato più nel profondo per poterne ricavare un prodotto più fresco e veloce. Tuttavia nel caso abbiate la possibilità di passare diverse ore con i vostri compagni di gioco, MP8 riuscirà nel compito di regalarvi momenti divertenti, al contrario lasciate tranquillamente perdere. Sarà per la prossima volta.
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